Un’altra impresa in quota dei partigiani della brigata “Cacciatori delle Alpi - 2° Dio sciatori”, questa volta a carattere scialpinistico. Il comandante Mino Bartoli ed Ercole Pedretti, entrambi forti sciatori, ritennero utile per le esigenze della brigata fare un “prelievo“, ovviamente non autorizzato, in un’agenzia bancaria di Rovetta. Sotto la neve all’andata e inseguiti dai fascisti al ritorno, effettuarono un tragitto lungo e impegnativo. Da ripetere, magari dopo un pernottamento al rifugio Laghi Gemelli, limitatamente alla parte escursionistica. Per quanto riguarda il prelievo, essendo diverse le condizioni storiche, suggeriamo di adottare più consone modalità...
Località di partenza | rifugio Laghi Gemelli, 1968 m |
Località di arrivo | Rovetta, 700 m |
Segnavia | 216 - 220 - 312 - 311 |
Tempo di salita | 8 h |
Ripari | sì |
Acqua | sì |
Cartina | Kompass n.104; Cai-Provincia n. 2 - 5 |
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Dal rifugio si imbocca il “Sentiero delle Orobie orientali” (segnavia 216) che stando alla destra del lago (est) raggiunge il passo dei laghi Gemelli (2139 m), da cui toccando gli alpeggi Corte alta (1885 m) e Corte di mezzo (1669 m) scende al rifugio Alpe Corte (1415 m, tel. 0346.35090 - alpecorte@caibergamo.it). Da qui si raggiunge per forestale la strada asfaltata che scende a Valcanale (975 m); dopo la chiesa si imbocca a destra il “Sentiero dell’Acqualina”, percorso didattico che tocca la “rasga del Tonola”, restaurata segheria cinquecentesca che funzionava con l’acqua dl torrente, e lo si segue fin a ritornare sulla strada asfaltata ad Albereti. Da qui si percorre la provinciale scendendo al Ponte delle Seghe, da cui si raggiunge Ardesio (586 m). Questa è la via diretta, ragionevolmente seguita dai nostri partigiani sciatori. Si può scegliere, per evitare il tratto di strada asfaltata, di seguire invece da Valcanale il segnavia 220 che il Cai ha collocato in prosecuzione del tratto dall’Alpe Corte e che portandosi sul lato destro della valle Acqualina raggiunge Cacciamali e Cerrete e scende quindi ad Ardesio.
Si sale nel paese andando a imboccare la strada asfaltata che porta a Piazzolo (769 m, fontana, si arriva con scorciatoia); da qui uno sterrato a tratti cementato e spesso in faticosa salita conduce alla bella isolata frazione di Ave (1098 m). Poco prima, quando i primi edifici di Ave sono già visibili, a una cappelletta si incrocia un bivio: a destra una stradetta scende con il segnavia 311, mentre l’itinerario verso Ave (che merita la visita) prosegue invece con il segnavia 312. Si scende al torrente Rino, lo si attraversa e si prosegue sull’altro lato salendo a zig zag nel bosco fino a raggiungere una sorgente e poi a sbucare sugli splendidi alpeggi di Colle Palazzo, in prossimità della baita “La Pinzana dol Zanarì” (1312 m). Da questo punto, si piega a destra (crocifisso e tavolo da pic-nic) in direzione di una baita con una pozza e prima di raggiungerla si imbocca sulla sinistra un sentiero che scende rapidamente nel bosco allargandosi man mano. Raggiunto e attraversato un torrente, la stradetta raggiunge la cascina Costa, collocata in splendida posizione su un dosso. Si scende nel prato davanti alla casa in direzione di una cascina: di fronte a questa si riprende il sentiero verso Valzurio, già visibile.
A Valzurio (814 m, acqua al lavatoio) – quasi tutto il paesino fu bruciato dai fascisti nel rastrellamento del luglio 1944 – si piega a sinistra subito prima di una cabina dell’Enel (indicazioni) per scendere al torrente Ogna, che si attraversa su un ponticello, e proseguire in piano finché un’indicazione ci porta a risalire verso il monte Blum (1297 m). D’estate è percorribile anche una galleria dell’ENEL, già usata dai partigiani per abbreviare il percorso (informarsi in paese circa la possibilità d’accesso). La salita è costante nel bosco – visibili i laghetti dall’acqua “azzurra” che hanno dato il nome alla valle – e porta all’ampia sella erbosa dove sorge in panoramicissima posizione una cappelletta degli alpini (1240 m); alla nostra sinistra il monte Paré (1642 m) sul crinale che va verso la Presolana, e intorno le montagne della val Seriana. Sotto di noi la conca di Clusone e in fondo alla val Borlezza il lago d’Iseo.
Noi proseguiamo verso destra (sud) in direzione delle vicine stalle che superiamo, imboccando una stradetta con fondo a tratti cementato che scende ripida verso valle. Si può continuare su questa strada che raggiunge la località "Crocifisso" (1000 m, area di sosta con sorgente), oppure dopo una recinzione imboccare (indicazioni) il sentiero del “bot” che attraversando veloce uno ombroso e suggestivo bosco porta a raggiungere, come nella prima opzione, la “Conca verde” di Rovetta (700 m circa).
Un prelievo forzoso
“Era novembre e partimmo io ed Ercole Pedretti con gli sci, sotto una nevicata ed attraverso il Passo dei Laghi Gemelli, molto pericoloso per le slavine, raggiungemmo la Valcanale. Successivamente Ave, il Colle Palazzo, Valzurio e il Monte Blum, dove pernottammo in una baita nella quale alcune pastorelle, in assenza dei genitori, piangevano per il timore di eventuali rappresaglie fasciste. Poi però si calmarono e dormirono tranquille.
Il mattino successivo, entrammo in banca armati di pistola, visti da cinque militi della Brigata Nera, armati di mitra che però non ebbero il coraggio di affrontarci e che si limitarono a telefonare a Clusone per chiedere rinforzi. Ai funzionari bancari, ci qualificammo come patrioti e che quanto prelevato sarebbe stato restituito a fine guerra. Rilasciammo un impegno scritto e mi risulta che in seguito sia stato onorato. Ricordo che Pedretti, contrariamente alle mie raccomandazioni, volle cacciare nello zaino, anche un certo numero di cambiali. Subito dopo la… nostra operazione bancaria, mentre affrontavamo il monte Blum, arrivarono a Rovetta tre camion gremiti di fascisti, i quali spararono nella nostra direzione e ci seguirono anche dopo che avevamo superato Valzurio. La sera a Marinoni (…) venne fatto un inventario del prelievo, che successivamente inoltrammo ai nostri comandi”.
Mino Bartoli, La zia nell’armadio. Cacciatori delle Alpi 2° Dio sciatori. Storia di una brigata partigiana di Giustizia e Libertà, Stamperia Fumagalli, Ranica, 2000, p. 10.