Promosso da Anpi Scanzorosciate
L’idea di percorrere, tutti insieme una volta all’anno, la strada che da Scanzorosciate, attraverso la valle del Lujo e la val Cavallina, porta al rifugio partigiano della Malga Lunga è venuta ad alcuni soci dell’Anpi di Scanzorosciate, ed è stata poi condivisa con lo Spi Cgil di Bergamo. Dal 2005, la marcia, promossa ogni anno ai primi di maggio, conta sempre centinaia di partecipanti. Il percorso – ottimamente segnalato –può essere fatto in qualsiasi momento, ma varrebbe davvero la pena condividerlo almeno una volta insieme a chi accoglie l’invito di Anpi e Spi Cgil. Tutte le informazioni su: www.sentierocaslini.it. L’itinerario, lungo ma molto piacevole, si snoda sul crinale tra la val Seriana e la val Cavallina, verso i laghi.
Località di partenza | Gavarno Vescovado, 490 m |
Località di arrivo | Malga Lunga, 1230 m |
Segnavia | 509 - 513 - 609 - 606 - 547 |
Tempo di salita | 7 h |
Ripari | sì |
Acqua | sì |
Cartina | Kompass n.104; Cai-Provincia n. 8 - 9 - 6 |
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Dalla piazza della Tribulina di Gavarno, ci si immette in via Monte Misma e si sale verso la collina percorrendo via Monte Bianco (490 m) attraverso un ambiente di residenze private immerse nel verde dei vigneti e dei boschi. L’inizio del percorso è nel punto in cui cessa l’asfalto e la strada diviene sterrata (sbarra); una bacheca illustra planimetria e altimetria di tutto il Sentiero, contraddistinto all’inizio dal segnavia 513 (ma in alcuni tratti se ne sovrapporranno altri). Chi lascia la macchina qui, dovrà organizzarsi per farsi venire a prendere alla Malga Lunga per recuperare poi il veicolo.
La carrozzabile sale con alcuni tornanti lungo il pendio coperto da bosco ceduo di carpino, ornello e roverella. Da qui si aprono squarci sulle belle colline di Gavarno che incorniciano la pianura. All’altezza dell’ultimo tornante - cancello - si stacca verso est un sentiero che porta sul crinale erboso del Costone di Gavarno, dove tocchiamo dei capanni di caccia. Da qui si gode un ampio panorama: a destra la bassa val Cavallina e a sinistra la valle Seriana. Davanti a noi il cupolone del Misma, con la croce in bella evidenza.
Si procede a tornantini nel bosco fino a giungere in località Pradale; presso la cascina, l’acqua dal ruscello Predina (bacheca) sgorga da una fontanella realizzata dall’Oasi WWF della Riserva naturale della Valpredina, che stiamo costeggiando. Sulla sinistra si stacca la mulattiera che scende all’azienda agrituristica di Spersiglio alto e da lì a Cornale. Il sentiero – ora il segnavia è il 626 - raggiunge infine quello che proviene da Cornale e da Mesòlt e prosegue in piano verso Santa Maria di Misma, antica chiesa sede già dall’anno mille di prepositura e rifatta nel 1520 (869 m, 8 km dalla partenza). All’interno una tela del ‘500 di Enea Talpino da Salmeggia raffigura l’Assunta, la cui festa si celebra il 15 agosto. All’inizio del sentiero che scende verso Cenate c’è una fontana. Il sentiero prosegue quindi sulla Costa di Misma salendo fino a quota 860 e quindi scende a precipizio (30% di pendenza) su una stradetta cementata fino a raggiungere la strada asfaltata che collega Casale con Luzzana in località Prati Alti (779 m, pozza, indicazioni). Si abbandona il segnavia 513, che ritroveremo più avanti, e si risalgono poi faticosamente con il sentiero 609 le pendici del Monte Pranzà fino quasi alla cima (1095 m) e si scende velocemente al Santuario della Madonna di Colle Gallo, storica chiesetta dei ciclisti sul valico che unisce la valle del Lujo alla Val Cavallina (821 m, fontana, 12,4 km dalla partenza). Ampio panorama sulla valle e le montagne che la costeggiano; si comincia a vedere il lago di Endine.
Dal Colle Gallo, si imbocca la strada asfaltata in direzione del santuario di Altino per abbandonarla a destra e costeggiare il versante sud del monte Altinello; riprendiamo il segnavia 513 e quindi il 606. Si attraversano su strada ampie distese di prati, disseminati di cascine ben sistemate, con ampia vista sulla Val Cavallina – non abbandoneremo praticamente più questo versante fino all’arrivo - fino a imboccare il sentiero che scendendo nel bosco raggiunge una carrozzabile che conduce alla Forcella della Valle Rossa. Siamo a quota 653 m, a 17,7 km dalla partenza. Restando sul versante della Valle Rossa si scende al primo tornante (fontana) e si imbocca sull’altro lato della strada il sentiero che risale la destra orografica della piccola val Rottosa, che passa alta su Bianzano. Si sale fino a raggiungere Cà Prel, passando per una croce in posizione molto panoramica sul lago (di fronte a noi il promontorio con Monasterolo del Castello).
Salendo quindi per un breve tratto su terreno erboso poco marcato, si raggiunge una strada silvo-pastorale. Si gira a sinistra e si giunge in località La Mònga, in posizione molto panoramica sulle Prealpi Orobiche. Per ampi prati e belle cascine ristrutturate, si raggiunge prima su strada e quindi – ad un bivio con staccionata e chalet di legno si prende a sinistra – su sentiero la Tribulina della Forcella (958 m) dove passa la strada che collega Peia a Ranzanico. Qui c’è un vero incrocio di sentieri, con abbondanti indicazioni. Si segue il segnavia 513 sul sentiero che, in prossimità di un’abitazione e della Tribulina di Sant’Anna, ben gradinato con traversine di ferrovia ci conduce in un prato con un bel roccolo coperto da siepi (indicazioni anche per Madonna del Pizzo). Tenendosi sul versante affacciato sul lago di Endine, ben visibile, si attraversano i prati e si piega poi verso sinistra a raggiungere la carrozzabile che sale da Peia e che seguiremo. Si risalgono i prati verso est, toccando alcune cascine e roccoli sparse nei grandi pascoli. Il panorama è ampio: davanti a noi l’imponente panettone del monte Guglielmo e già è visibile il lago d’Iseo. Proseguendo, si supera una fontana in pietra in prossimità della deviazione per il monte Pizzo e si raggiungono i pianori dove sono sparse le cascine Monticelli (1116 m). Voltandosi indietro, si può apprezzare una larga parte del percorso fatto.
Seguendo ora il segnavia 547 che proviene da Peia, si prosegue sulla carrareccia che costeggia lungamente le pendici del monte Sparavera (1369 m): sotto di noi il lago di Endine (siamo entrati nell’area protetta del parco); davanti il monte Guglielmo, la Corna Trenta Passi e il lago d’Iseo. Arrivati a un evidente bivio (1220 m, indicazioni), imbocchiamo la stradetta a sinistra che sale, prima con fondo in cemento e poi sterrato, tra i prati. Sempre con un occhio al panorama, tocchiamo le cascine di Comunaglia e puntiamo alla forcella (1340 m). Qui giunti a una pozza, imbocchiamo sulla destra la carrareccia che con saliscendi e curve tra belle aree prative e boscose, si infila tra il monte Grione e il monte Palandone, per portarci in progressiva discesa alla Malga Lunga.
“W l’Italia martoriata”. L’ultima lettera di “Rocco”
Nato a Gorle il 21 settembre 1921, falegname, nel giugno 1944 entrò a far parte della 53a Brigata Garibaldi; con il nome di battaglia di Rocco, partecipò a numerosi combattimenti fra cui quelli di Fonteno e Cornalunga. Catturato il 17 novembre alla Malga Lunga venne processato con gli altri compagni. Condannato a morte, venne fucilato il 21 novembre, al cimitero di Volpino. Questa la sua ultima lettera alla famiglia: “Caro padre, sorella e cognato, questo è il mio ultimo saluto e scritto che vi giunge, poiché fra minuti la mia vita sarà spenta, dovrete promettermi di non piangere perché vano. Sono contento che tra poco rivedrò la nostra cara mamma, e sarei contento di rimanervi sempre con lei. Un saluto ancora e che questo vi giunga in segno di vittoria e di libertà per tutti gli italiani. Muoio per l'Italia! Una stretta di mano e un bacio a te babbo, a te sorella e a te cognato e baci ai tuoi bambini. Tanti saluti a chi domanderanno di me. Arrivederci in cielo. W l'Italia martoriata che presto rifiorirà libera e indipendente. Andrea”.
La Malga Lunga è situata quasi in cima al Monte di Sovere, a quota 1235 m. Il fabbricato, che prende il nome dal lunghissimo portico, un tempo adibito a stalla, è gestito dall’Anpi della provincia di Bergamo e adibita a Museo della Resistenza, a memoria della lotta per la Liberazione e della strage di partigiani di cui l’edificio fu teatro il 17 novembre 1944. In quel giorno, reparti fascisti della “Tagliamento” riuscirono a sorprendere e a catturare una parte della squadra di Giorgio Paglia, della 53a brigata Garibaldi “Tredici Martiri di Lovere”. Paglia e i suoi uomini furono costretti ad arrendersi, oltre che per l’evidente sproporzione di forze, per la presenza di due feriti, il russo “Starich”, gravemente colpito da una bomba a mano gettata nell’interno della cascina e “Tormenta” (Mario Zeduri), ancora sofferente per le ferite riportate nella battaglia di Fonteno. I fascisti promisero sulla loro parola d’onore di rispettare la vita dei combattenti, ma non mantennero l’accordo. “Starich” e “Tormenta” vennero immediatamente uccisi sul posto a colpi di pugnale. Giorgio Paglia “Giorgio”, Guido Galimberti “Barbieri”, Andrea Caslini “Rocco”, i russi Kopcenko “Simone”, Nogrin “Alekander”, Donez “Molotov” furono portati a Costa Volpino. Il tentativo di liberare i prigionieri durante il trasporto a valle, operato dal comandante “Montagna” (Giovanni Brasi) in una situazione confusa e difficile, non ebbe esito. Paglia rifiutò la grazia che venne offerta a lui soltanto in quanto figlio di medaglia d’oro al valor militare e venne fucilato assieme ai suoi compagni.
Alla Malga, oltre a visitare il museo, si può accedere al ristoro organizzato a turno dalle sezioni Anpi, tutto l’anno nei fine settimana e in tutti i giorni estivi; per info: cell. 347.4763335 - www.malgalunga.it